Non sono uguale a nessuno,
nemmeno a me stesso.
Antonio Sperelli Fieschi D'Ugenta,
di un arcinoto Andrea discendente,
schiavo del piacere antico.
Della contemplazione
della Bellezza pura
faccio mestiere.
Della lussuria,
servo spregievole
e delittuoso.
Scrivo versi deliranti
per i benpensanti d'oggi,
che innorridiscono
davanti al mio aristocratico
distacco dal loro mondo
borghese e statico.
Scrivo versi audaci,
per le donne dei benpensanti,
donne umide in mezzo alle gambe,
donne dalle bocche avide d'eredi,
donne che mi amano
quanto sono costrette
a disprezzarmi.
Non ho altro dio,
all'infuori di me.
nemmeno a me stesso.
Antonio Sperelli Fieschi D'Ugenta,
di un arcinoto Andrea discendente,
schiavo del piacere antico.
Della contemplazione
della Bellezza pura
faccio mestiere.
Della lussuria,
servo spregievole
e delittuoso.
Scrivo versi deliranti
per i benpensanti d'oggi,
che innorridiscono
davanti al mio aristocratico
distacco dal loro mondo
borghese e statico.
Scrivo versi audaci,
per le donne dei benpensanti,
donne umide in mezzo alle gambe,
donne dalle bocche avide d'eredi,
donne che mi amano
quanto sono costrette
a disprezzarmi.
Non ho altro dio,
all'infuori di me.
Ascolto consigliato per la lettura: Adagio in sol minore - Albinoni
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